EFES NEWSLETTER - APRILE 2022
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NUOVO
Rassegna
economica dell'azionariato dei dipendenti nei Paesi
Europae in 2021
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ANNO
2021
L’anno
scorso si è registrata una nuova progressione dei
dipendenti azionisti in Europa, con una capitalizzazione
detenuta pari a 433 miliardi di euro in azioni delle
loro aziende, nuovo record. Buone notizie per
tutti coloro che possono beneficiare dei piani azionari
per i dipendenti.
Nel
2021, lo sviluppo dell'azionariato dei dipendenti
nelle grandi aziende europee è proseguito. Un numero
crescente di aziende stanno predisponendo piani azionari
per i dipendenti. Nel 2021, l’88% delle grandi aziende
europee aveva piani azionari di ogni tipo per il personale,
mentre il 53% aveva piani “ad ampia partecipazione”
per tutto il personale e il 60% aveva piani di opzione
azionaria. Infine, il 32% delle grandi aziende europee
ha avviato nuovi piani di azionariato per il personale,
una percentuale che tende ad aumentare di anno in
anno.
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Ciononostante,
l’azionariato dei dipendenti è in pericolo in Europa.
Sta diventando sempre meno democratico. L’anno
scorso, il numero di dipendenti azionisti è diminuito
ed è inferiore a quello di dieci anni fa; 7 milioni
di dipendenti azionisti sono ora registrati nelle
grandi aziende; se aggiungiamo un milione di azionisti
dipendenti nelle PMI, il numero totale in Europa raggiunge
gli 8 milioni (Grafico 1). Il calo del tasso
di democratizzazione dell'azionariato dei dipendenti
è stato drammatico negli ultimi dieci anni. E la quota
dei dipendenti nell’assetto proprietario delle grandi
aziende europee sta diminuendo da cinque anni a questa
parte.
Inoltre,
si è verificato uno spostamento tra la quota detenuta
dai dirigenti e quella dei dipendenti ordinari, ovvero
la quota democratica di azionariato dei dipendenti.
Per la prima volta nelle società europee quotate in
borsa, la quota detenuta dai dirigenti supera quella
dei dipendenti ordinari (Grafico 2). In effetti,
appena 15 anni fa, i dirigenti detenevano complessivamente
l’1,06% rispetto all’1,45% dei dipendenti ordinari;
oggi siamo all’1,53% per i dirigenti rispetto all’1,48%
per gli altri dipendenti.
Un
gruppo di 10.000 dirigenti (in media quattro per azienda)
detiene ora una quota maggiore dei 34 milioni di dipendenti
delle grandi aziende europee. Si tratta di più di
20 milioni di euro in media per ogni alto dirigente,
contro 30.000 euro per ogni azionista dipendente ordinario.
Si
noti inoltre che la quota detenuta dai dipendenti
ordinari è tornata allo stesso livello di quindici
anni fa. Questa osservazione conferma il fallimento
dell'Europa nel promuovere una politica di azionariato
dei dipendenti democratica. Promuovere la proprietà
democratica dei dipendenti è infatti una scelta politica,
in genere sostenuta da incentivi fiscali. Senza sostegno,
il/la dipendente medio/a non può permettersi di investire
finanziariamente nella sua azienda. Pochi paesi europei
lo fanno in modo efficace.
Al
contrario, osserviamo che ai massimi dirigenti non
sono mancate le risorse per farlo. Le politiche pubbliche
a sostegno dell'azionariato dei dipendenti, dove esistono,
sono state mal calibrate e abusate dai top manager?
Possiamo vedere che non è questo il caso; infatti,
la quota dell’1,53% derivante dall'esercizio di opzioni
azionarie e di altri piani è microscopica, dato che
rappresenta solo lo 0,05%.
Ma
dove, in quali paesi la quota dei dirigenti si è moltiplicata
di più negli ultimi quindici anni, e dove è rimasta
contenuta? La quota dei dirigenti è aumentata maggiormente
nei paesi in cui i l’assenza di piani azionari democratici
è più marcata. E dove è stata contenuta la quota dei
dirigenti? Dove la proprietà democratica dei dipendenti
è più radicata. Questo è in particolare il caso della
Francia, il paese con la più alta quota di dipendenti
ordinari in Europa (3,50%), e il raro paese in cui
la quota dei dirigenti non è aumentata, essendo attualmente
allo stesso livello di quindici anni fa (1,05%).
I
fatti sono chiari: la proprietà democratica dei dipendenti
è una garanzia di equilibrio. La sua assenza o debolezza
apre la porta a un’impennata della quota detenuta
dai dirigenti.
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Rassegna
Stampa
27
articoli selezionati per marzo 2022 in 10 Stati: Australia,
Canada, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Norvegia,
Regno Unito, USA.
Australia: A new era for employee ownership of Australian
startups.
Canada: Canada needs policies that make it easier
for business owners to sell to their employees.
France: Protests at Thales. New employee share plan
for Pernod Ricard. The Congress of workers' cooperatives.
Germany: Employee share ownership works!
Ireland: JP Moragn acquires Global Shares.
Italy: Birth of the Observatory of Workers' Buyouts.
Norway: Too few employees hold shares in their company.
Spain: Telefónica and Mapfre have launched share
distribution plans for their employees.
UK: Every day a new SME is transferred to employees,
as for instance this month: Craggs Energy, Pro-Networks,
Alan Steel, Kilmac, British Rema, Esteem Training, Caley
Timber. The rise of employee-owned contractors.
USA: New business transmissions through ESOPs.
La
rassegna stampa completa è disponibile alla pagina:
http://www.efesonline.org/PRESS
REVIEW/2022/March.htm
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Una
"roadmap" politica per l'azionariato dei dipendenti
in Europa
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